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giovedì 31 maggio 2007

L'ANNO DEGLI ACCATTONI




AGOSTO 2006
Un ex consigliere dell’Inter, ora commissario straordinario della Federcalcio, in seguito allo scandalo più grande dai tempi della cospirazione contro Giulio Cesare, decide, sotto l’ombrellone, di assegnare lo scudetto alla sua ex squadra. E’ l’anno dell’Inter
P.S. Qualcuno prova a fare presente che lo scandalo è stato innescato dalle intercettazioni della Telecom, ovvero della società controllata dal vice-presidente dell’Inter, non esattamente un terzo disinteressato e che forse non è casuale che non ci sia mai lo straccio di un tesserato delle Beneamata fra gli intercettati. Le infami illazioni non scalfiscono il popolo nerazzurro che a metà agosto si riversa in gran numero a festeggiare il trionfo a tavolino in piazza Duomo. Poco conta che quel giorno, all’ombra della Madonnina, i gradi centigradi (42) siano almeno il doppio dei tifosi…

SETTEMBRE 2006 (parte I)
I magazzinieri di Appiano Gentile proclamano tre giorni di sciopero e di agitazioni sindacali. Loro in 15 anni di onorata carriera quel pezzo di stoffa a tre colori a forma di triangolo non l’hanno mai visto; e se davvero qualcuno vuole che lo cuciano sulle maglie deve almeno riconoscergli gli straordinari. Questa è una mansione non prevista dal loro contratto di lavoro. L’avvocato dell’Inter sostiene che tutto ciò che non è esplicitamente previsto dal contratto di lavoro può comunque rientrare nella disciplina della “consuetudine”. Un sindacalista della CGIL fa presente che dopo 15 anni la consuetudine decade e va in prescrizione. E’ l’anno dell’Inter

SETTEMBRE 2006 (parte II)
Tronchetti Provera si dimette. Giubilo fra i tifosi. Solo a tarda sera si capisce la portata del drammatico equivoco. Si è dimesso dalla Telecom, non dall’Inter. Certo, era lecito aspettarsi il contrario nell’anno dell’Inter

SETTEMBRE 2006 (parte II)
Parte la Champions. L ’inter viene subito presa a schiaffi a San Siro dal Bayern di Monaco. E’ l’anno dell’Inter.

SETTEMBRE 2006 (parte III)
La Juve è in B. Le potenziali avversarie dell’Inter in serie A accumulano alla partenza un handicap complessivo di 30 punti. Deve essere per forza l’anno dell’Inter.

OTTOBRE 2006 (parte I)
Qualche scaramantico fa presente che sono 18 anni che ad agosto è l’anno dell’Inter e che l’ultima volta che lo è stato per davvero (1989), il Milan ha vinto la Coppa dei Campioni trionfando in finale per 4-0. I tifosi nerazzurri al grido di “daji allo iettatore” lo lapidano con i pezzi di uno scooter rinvenuti nel primo anello blu. E’ l’anno dell’Inter.

OTTOBRE 2006 (parte II)
Dopo aver disintegrato tutte le rivali per il titolo (Chievo, Empoli e Palermo), la squadra di Mancini naviga a gonfie vele in testa alla classifica. Niente di cui stupirsi: è l’anno dell’Inter.

NOVEMBRE 2006 (parte I)
In Champions League l’Inter viene presa a schiaffi anche in Portogallo. Ma in campionato c’è il pronto riscatto: 3-0 all’Ascoli. Anche i più scettici iniziano a convincersi che potrebbe essere proprio l’anno dell’Inter.

NOVEMBRE 2006 (parte II)
Qualche polemico guastafeste prova a far notare, con un certo tatto, che forse un campionato senza Juve, con le grandi penalizzate, con l’Empoli in zona Champions, con gli arbitri che fischiano solo a favore dell’Inter per dimostrare che loro con lo scandalo non c’entravano niente, con Riganò capocannoniere, con Bianchi vicecannoniere, non è proprio la competizione più attendibile del mondo. Moratti si offende, ma siccome è un signore non s’incazza, si amareggia (però facendo il gesto dell’ombrello). E resta convinto: è l’anno dell’Inter.

GENNAIO 2007
L’Inter è Campione d’Inverno. Non accadeva dal 1989. “Stesso anno in cui il Milan dopo aver rifilato un incredibile 5-0 al Real Madrid vinse la Coppa dei Campioni a Barcellona”, fa presente, agonizzante, il solito iettatore. Viene finito a “marmittate”. E’ l’anno dell’Inter.

FEBBRAIO 2007 (parte I)
Ormai in Campionato è una marcia trionfale. Va prendendo forma l’Inter dei record:
Record per il giocatore più pagato e meno utilizzato nella storia del calcio, Recoba;
Record per la squadra italiana con meno italiani nella storia della serie A;
Record per la prima squadra senza allenatore a essere Campione d’Inverno;
Record per la tifoseria più smemorata, visti i cori inneggianti a Ibrahimovic e Vieira;
Record per il primo anno dell’Inter che potrebbe essere veramente l’anno dell’Inter.

FEBBRAIO 2007 (parte II)
Moratti inizia a prenderci gusto e chiede alla squadra almeno altri 3 record: l’imbattibilità, i 100 punti e superare almeno i quarti di finali di Champions. Sognare è d’obbligo. In fondo è l’anno dell’Inter.

MARZO 2007 (parte I)
In una calda serata spagnola l’Inter abbandona mestamente la Champions League. Per rispettare i contratti con SKY e offrire spettacolo all’abbonato che è sempre in prima fila Maicon, Cruz, Cordoba e Burdisso giocano a imitare gli eroi del wrestling, con una bella rissa in diretta tv. Sono gli stessi che fra un paio di mesi cercheranno di dare lezione di stile al Milan. Nel frattempo scoppia una grana interna a SKY: quelli di SKY sport s’incazzano con quelli di SKY cinema perché non è ammissibile programmare “L’allenatore nel pallone” la stessa sera di Valencia-Inter: è come mandare in onda alla stessa ora Rambo e Rambo II.
L’Uefa, analizzando i filmati (di Valencia, non di Rambo) usa il pugno di ferro, un po’ come dopo il razzo elegantemente sparato sulla schiena di Dida. Ma quello non era l’anno dell’Inter.

MARZO 2007 (parte II)
L’Inter è virtualmente campione d’Italia. Ormai non ci sono più ostacoli fra i nerazzurri e il titolo. Ma in programma c’è il derby. Visto che la classifica non ha più niente da offrire 70mila nerazzurri si recano allo stadio soltanto per fischiare Ronaldo.
Moratti, a sua volta, ha un solo, unico, sogno: non veder segnare Ronaldo.
Segna Ronaldo.
Capita. Anche se è l’anno dell’Inter.

APRILE 2007 (parte I)
L’Inter prepara la festa scudetto contro la Roma. La Roma vince 3-1. L’Inter stabilisce un nuovo record: è l’unica squadra veder sfumare due record in un’unica partita. Addio 100 punti e imbattibilità. Ma chissenefrega è o non è l’anno dell’Inter?

APRILE 2007 (parte II)
Sull’inespugnabile campo di Siena l’Inter conquista aritmeticamente uno scudetto già virtualmente assegnato da settimane. In serata le farmacie di Milano vanno in emergenza antistaminici prese d’assalto dal popolo nerazzurro allergico alle vittorie. Ma adesso almeno non ci sono più dubbi: è l’anno dell’Inter.

APRILE 2007 (parte III)
Il sindaco Moratti all’indomani dello scudetto ordina il blocco del traffico causa ingente quantità di polveri sottili nell’aria provocate dallo sventolio di bandiere impolverate. Del resto non era mai stato così tanto l’anno dell’Inter.

MAGGIO 2007 (parte I)
ll Milan distrugge il Manchester in semifinale di Champions League e approda alla finale-vendetta contro il Liverpool.
Nel frattempo l’Inter prende 6 gol dalla Roma.
Il 23 maggio il popolo nerazzurro si raccoglie davanti alla tv implorando gli dei, Krishna, Buddha, Mago Othelma, Papa Ratzinger, i sette Nani, Zeus, Visnù, S.Ambrogio, Aldo, Giovanni e Giacomo che non accada l’irreparabile. Si narra di riunioni sediziose in cui nerazzurri e juventini decidono addirittura di sedersi davanti alla tv insieme per gufare uniti. Moratti dichiara pubblicamente che tiferà Liverpool. A Liverpool fanno gli scongiuri anche i gatti neri.
Doppietta di Inzaghi: il Milan in un colpo solo cancella Istanbul e diventa per la settima volta Campione d’Europa.
Proprio come nel 1989 (l’ultimo anno dell’Inter) la Coppa dei Campioni conquistata dal Milan si abbatte come uno tsunami sull’anno dell’Inter.

MAGGIO 2007 (parte II)
L’Inter dei record conquista un altro record: è l’unica squadra con la quale Clarence Seedorf non è riucito a vincere la Champions League.
Nel frattempo la società presenta ufficialmente la maglia del Centenario di fronte a una platea gremita di tifosi vip (ma perché sono tutti comici?). Sulla nuova divisa un’immensa croce rossa campeggia su sfondo bianco. Qualcuno si aspetta di vederci la scritta “RETNI” (Inter al rovescio come sulle ambulanze), altri, sostengono di aver sentito Moratti commentare la nuova casacca con un “mettiamoci una croce sopra”.

La folla si disperde sulle note di un successo planetario di Roberto Carlos (no, non il terzino più forte del mondo regalato al Real Madrid, ma il cantante brasiliano, al secolo Roberto Carlos Braga), quello che nel ’68 cantava: “La festa appena cominciata, è già finitaaaa”.
Forse era meglio quando non era l’anno dell’Inter.

martedì 29 maggio 2007

R I D I C O L I

"Non So Piu` Come Insultarvi" citava uno striscione dei supporters interisti nei confronti della propria squadra. Mai, come in questo momento, si può trovare uno striscione più azzeccato.
Sul sito www.antimilan.it ne ho lette di tutti i colori. Hanno regalato insulti per tutto l'anno. Hanno gufato in tutte le partite del Milan sperando che arrivasse a fine anno con la bacheca invariata.
Hanno farfugliato favori arbitrali e complotti ancora vivi. Si sono resi ridicoli più degli altri anni...
Ma oggi si sono rivelati solamente penosi e frustrati.
Dopo il veemente sfogo di Gattuso ad un emittente locale Lombarda (guarda sotto) hanno avuto il coraggio di PARACULARE uno dei più grandi UOMINI (quelli che mancano all'inter) del mondo del calcio. Sono riusciti a trovare (secondo loro) del marcio nelle dichiarazioni di un calciatore che si è stufato di essere continuamente insultato da gente che si definisce pulita ma che con la PULIZIA non ha niente a che fare.

Io ho solo una cosa da dire: V E R G O G N A!!! L'ITALIA CONTINUA A DERIDERVI!

Squadra campione d'Italia

tratto da: anti inter blog libero

Immenso

"L'Inter non può insegnarci come dobbiamo comportarci - ha detto in collegamento telefonico - Forse Moratti si è già dimenticato il suo gesto dell'ombrello durante il derby. Dopo quello che hanno fatto a Valencia non accettiamo lezioni da loro. Io e Materazzi siamo amici, ma adesso Marco la deve finire: sembra diventato Gesù Cristo. Io dico basta".

gengattusomilan.jpgPoi ha aggiunto: "Non voglio difendere il Milan perché sullo striscione siamo indifendibili. Ma non ce la faccio più a sentire certe cose. Moratti ha detto che i giocatori dell'Inter non dimenticheranno lo striscione: ma cosa sono queste minacce? Io lo rispetto, ma un presidente non può dire certe cose. Noi ci siamo scusati, cosa dovremmo fare di più? Andare a piedi fino in Germania? In Italia perdoniamo chi fa cose ben peggiori e invece da giorni si parla solo dello striscione. E' un'esagerazione. Di quello striscione sul pullman dei nostri festeggiamenti noi ci siamo accorti tardi, ma in ogni caso qualcuno finge di ignorare che noi e i giocatori della Juve da un anno siamo costretti a sentire la storia dello scudetto degli onesti. E questa cosa mi pesa, perché in campo abbiamo sudato come gli altri".

Ricorda anche lo sfogo di Del Piero: "Anche Del Piero dopo un po' ha reagito: certe cose non si possono accettare. Dà fastidio sentire che qualcuno ci debba insegnare a vivere senza motivo. Queste polemiche sono un peccato anche perché l'atmosfera delle partite tra Milan e Inter deve restare tranquilla come è sempre stata".

"Io non ho problemi a chiarire la situazione con Materazzi - ha concluso - ci vedremo subito in Nazionale e ci parleremo. Io gli assicurerò pure che nessuno di noi milanisti ha mai fatto un coro offensivo nei suoi confronti. Ma spero anche che capitan Maldini e capitan Zanetti possano presto incontrarsi e risolvano questa storia"

fonte:sportemotori.it

Ancelotti replica alle follie di Moratti


Botta e risposta a distanza tra Massimo Moratti e Carlo Ancelotti sul caso Ibra. Il tecnico rossonero replica così al presidente nerazzurro che non ha gradito la sua enigmatica frase sull'insospettabilissimo che vorrebbe andare al Milan: "Non ho fatto alcun nome, tanto meno quello di Ibrahimovic, non volevo essere simpatico e non capisco cosa c'entri Moratti...".

Riconosciute le superiori motivazioni della Reggina - "era normale che la partita finisse in questo modo, noi avevamo dato tutto ad Atene" - il tecnico rossonero boccia anch'egli, dopo Moratti, l'idea del SuperDerby riappacificatorio: "C'è grande rispetto tra le due squadre, ma mi sembra che una partita del genere non avrebbe significato. Mancini dice che perderemmo il terzo derby consecutivo? Una volta ogni tanto può succedere... Comunque non voglio fare polemiche con l'Inter".

fonte: calciomalato

La differenza di stile e di classe spicca agli occhi di tutti. Questa Inter ha veramente perso il senno per il suo scudetto numero 13,5. Credono di poter insinuare cavolate, insultare, attaccare, criticare tutto e tutti senza subire niente. Caro Moratti il calcio è veramente stanco della gente che da anni lo popola...Per piacere abbia il coraggio di farsi da parte perchè persone incompetenti e presuntuose come lei in questo "Mondo" non servono!

Materazzi, zittisci e impara


MILANO, 28 maggio 2005 - Il superderby, la polemica degli striscioni e il dibattito sull'importanza della Champions rispetto allo Scudetto. Mai come quest'anno la rivalità Inter-Milan è salita oltre il livello di guardia. Gennaro Gattuso ha cercato di riportare la situazione sotto il livello di guardia. Chiarendo il suo punto di vista anche su qualche comportamento da parte dei colleghi interisti: "Dobbiamo cercare di stare calmi, non si può discutere ed esasperare gli animi ogni giorno", ha detto il centrocampista rossonero intervenendo telefonicamente alla trasmissione "Lunedì di Rigore". "Noi abbiamo sbagliato ad esporre quello striscione sul nostro pullman nella festa per la Champions e abbiamo chiesto scusa per questo. Però adesso basta, non si può tirare fuori questo episodio continuamente. Anche loro - ha continuato Gattuso riferendosi ai giocatori dell'Inter - hanno fatto qualcosa di sbagliato e non possono venire a insegnarci come dobbiamo vivere".
Accogliendo l'idea di un confronto chiarificatore con Marco Materazzi, compagno di Nazionale, Gattuso ha fatto riferimento anche alla polemica sullo "scudetto degli onesti". "Bisogna superare questo momento e queste frasi, è ora di finirla, questa storia ci ha infastidito e capisco benissimo quanto possa infastidire anche i giocatori della Juventus".

Gattuso attacca Materazzi: 'Ma chi ti credi di essere?'

08:44 del 29 maggio
Prosegue il gelo tra Milan ed Inter. Il centrocampista rossonero Gattuso attacca Materazzi: "Marco è un amico, ma ora sta esagerando e si crede di essere Gesù. Il Milan non accetta lezioni di stile da nessuno, tutto è partito dal gesto dell'ombrello di Moratti nel derby".

lunedì 28 maggio 2007

Nostradamus si è incarnato nell'Inter

PROFETICI!!!!

di Blade223

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Ieri gli indossatori di scudetti altrui hanno festeggiato il loro scudetto nr. 13,5 e , durante la manifestazione, hanno sfoggiato la nuova maglia recante una vistosa croce rossa.

immagineCosa dire? Evidentemente si sentono come i "Crociati" che conquistarono la "Terra Santa" ma con una piccolissima differenza.

Bisogna dire che per loro , questo campionato e tutte le vicende dell'anno calcistico appena trascorso, sono state una vera e proprio crociata contro chi, per decenni, ha fatto scoprire loro quanto siano ridicoli ( leggi Juve, Milan con una piccola parentesi per Roma e Lazio).

Ma è noto che, questi personaggi, per quanto si sforzino, non riesco a portare a buon fine uno solo dei progetti prefissati: hanno mandato la juve in serie B e questa ha vinto , per non dire stravinto, il campionato ( nonostante le penalizzazioni); hanno provato a spedire il Milan fuori dalla Champions, e questi hanno conquistato la Champions League; Hanno vinto lo scudetto battendo squadre del calibro di Siena, Empoli, Catania, Messina, Palermo, Reggina ecc... e sono stati capaci di prendere 6 goals in una finale di Coppa Italia ( NON ricordo di una squadra vincitrice di scudetto che prende 6 goals in una finale).

Ed allora piu' che crociati ci troviamo di fronte all'armata brancaleone. Io onestamente avrei utilizzato quella croce per altre finalità ( l'avrei estesa sul loro scudetto e logo , ma tant'è).

Ma vorrei aggiungere qualcosa, tanto per non passare per quello che vuole sempre e comunque sparlare di questa società.

I mass media, tutti, hanno definito la stagione dell'inter come straordinaria; un campionato straordinario ed uno scudetto altrettanto straordinario.

Ho cercato di capire cosa intendessero per "Straordinario" e , pertanto, armato del mio buon "Zanicchelli" sono andato alla ricerca dell'esatta definizione del termine ed ecco cosa ho scoperto ( a dire il vero lo sapevo ma devo tener conto anche di chi probabilmente non sa o, ancor peggio, fa finta di non sapere) :

"che non rientra nei limiti di ciò che è ordinario, solito, stabilito; che esula dalla norma, dal programma: edizione straordinaria di un quotidiano, di un notiziario radiofonico o televisivo, quando vi sia la necessità di comunicare notizie gravi o particolarmente importanti o urgenti; lavoro straordinario (o assol.: lo straordinario, come s. m.), quello eseguito da personale dipendente in eccedenza al normale orario di lavoro; treno straordinario, in aggiunta a quelli previsti"

In buona sostanza per straordinario non si fa riferimento ad un evento Epico, spettacolare, grandioso, cosi come vogliono farci credere tutti i lacchè del signor moRatti, ma a qualcosa di non previsto; qualcosa che, definizione alla mano, ESULA dalla norma.

E già miei cari indossatori, l'aver vinto questo pseudo campionato, è una circostanza che NON rientra nei limiti di cio' che è ordinario. Siete stati realmenti profetici nel momento in cui avete pensato a questa nuova maglia.

Prendiamo atto del fatto che con quel simbolo avete voluto chiudere una parentesi mettendoci, per l'appunto, una CROCE sopra e ritornare alla normalità ( per voi ovviamente) : PIANGERE, CREARE FALSE SITUAZIONI, LAMENTARVI DI TUTTO E TUTTI nella speranza che tra una decina di anni si possa verificare NUOVAMENTE questo evento

STRAORDINARIO!!!


fonte:blog libero antiinter

A Moratti...


C'è Moratti poveretto
con un pezzo di cartone
che nascosto sul balcone
accarezza lo scudetto.

Sta passando un torpedone
con la coppa e le bandiere
sono tutte rossonere
su c'è il Milan già campione

E con questa son già sette
sono fatti non pugnette
le tue sono sempre due
gli anni son quarantadue

D'improvviso uno stendardo
"Che c'è scritto?" Ora guardo
ecco un fremito, un sussulto
è terribile l'insulto

L'onestone ora si è offeso
lo scudetto è vilipeso
batte i pugni, grida e urla
non gli è andata giù la burla

Gli si chieda presto scusa
"dell'insulto non si abusa"
dice irato il presidente
dimostrandosi furente

Ma dimentica il tapino
che nel derby cittadino
coi suoi bei comportamenti
non ci ha poi fatto contenti

Da perfetto nerazzurro
da magnifico buzzurro
si è lasciato un poco andare
cominciando ad insultare

Mentre vince sul più bello
con il gesto dell'ombrello
a fanculo ci ha mandato
a Ronaldo lo ha insultato

anche merde ci ha chiamato
e neanche si è scusato.
Quindi ora cosa vuoi
se ad offendere siam noi?

Taci, piglia e porta a casa
questa innocua nostra offesa
visto che non puoi parlare
né lezioni ci puoi dare

Ti abbiam chiesto già perdono
scusa un po' la supponenza,
sai qual'è la differenza
tra le squadre di Milano?

Tu le scuse già ce l'hai
a noi non le hai fatte mai,
io festeggio con gli inglesi
tu festeggi coi senesi

Con noi ora sei arrabbiato
ritenendoti insultato
per un po' di goliardia
piglia, ciapa, porta via

Però in fondo ti capisco
ed un po' ti compatisco.
Ti sentivi già il migliore
Non avevi alcun sentore

Riportata su la testa
eri pronto per la festa
ma crudele fu il destino
che ci mise lo zampino

Tutto cambia all'improvviso
dalla sera alla mattina
su dai, facci un bel sorriso
sei tornato a pecorina

Su, da bravo, presidente
sei tornato ai tuoi livelli
coi tuoi gesti degli ombrelli
di magnifico perdente

Noi saliamo sull'Olimpo
con la Coppa degli Dei
mentre tu resti nel Limbo
con i tuoi bei piagnistei

Vogliam farci perdonare
per la frase un po' scurrile
e vogliam rettificare
quella scritta tanto ostile

In maniera più educata
affinché sia cosa grata
Ti diciamo. "Lo scudetto
te lo metti su nel retto"

E se ancor non ti sta bene
la cambiam come conviene
e diciamo piano piano:
"Mettilo nel deretano"

sabato 26 maggio 2007

No al razzismo!

Vorrei uscire per un attimo dal mondo del calcio per affrontare un tema serio che è quello del razzismo e dello pseudotifoso ignorante che lo pratica. Per questo ho trovato un interessante articolo non firmato su internet.

No al razzismo!

Sono triste. L’ignoranza di certa gente, in questo caso pseudotifosi, mi fa sempre male e mi riempie di amarezza.
Premetto subito, anche se non ce ne sarebbe bisogno, che il mio discorso vuole andare ben aldilà del criticare gli pseudotifosi che hanno fischiato Zoro. Non mi interessa affatto che erano tifosi dell’inter…
Potevano essere di qualsiasi altra squadra. Il discorso era lo stesso.
Il discorso però è molto, ma molto più generale.
Purtroppo.

Se vogliamo limitarci allo sport, e al calcio in particolare, parlano i fatti.
All’interno della maggior parte delle tifoserie si distinguono per ignoranza e imbecilità dei gruppi di pseudotifosi, che non perdono occasione di mettersi in mostra con i loro atti di inciviltà. Il razzismo è il peggiore di questi.
Spesso si sentono dei cori razzisti o dei “buuu” contro giocatori di colore di altre squadre.
E si perché la lungimiranza di queste persone si ferma qui. Si ferma al fischiare con “buuu” razzisti l’avversario di colore e ad inneggiare il giocatore di colore della propria squadra…

Cosa possiamo fare per evitare i fenomeni di razzismo?
Sicuramente promuovere una cultura d’integrazione migliore, che passa anche e soprattutto dai piccoli gesti di apertura mentale che possiamo fare ogni giorno. Dal non pensare se sentiamo una notizia al tg che “sicuramente sarà stato un extracomunitario, magari un negro!”, dal non pensare che la colpa dei problemi dell’italia (nel nostro caso) siano da attribuire agli extracomunitari “sono sempre loro che rubano”, dal provare a conoscere meglio le persone di colore che vivono nella nostra città o quartiere e si conoscono solo di vista.
Dal pensare che il colore della pelle non ha importanza ai fini della comunicazione e dell’integrazione.
Su internet ad esempio abbiamo tutti lo stesso colore, fatto di 0 e di 1.
Nella vita invece spesso modifichiamo il nostro pensiero, il nostro modo di agire e quindi di comunicare in base al colore della pelle.
Basta.
Se uno è un delinquente lo è da bianco e lo è da nero. Può cambiare il colore della pelle ma non cambia la persona.
Se un altro è una brava persona vale lo stesso, bianco o nero che sia. Non importa.

Tornando al calcio capiamo quindi come non basta certamente far iniziare le partite 5 minuti dopo per combattere il razzismo.
In questo caso si tratta di persone cieche, persone che con la loro arroganza e visione limitata, fingono di poter combattere il razzismo in questo modo.

Proviamo assieme ad elencare i problemi legati al razzismo cercando delle soluzioni per cambiare questa situazione.

Forza!

Marco Mangiarotti


ADESSO che hanno l’alibi di uno striscione maleducato come i cori in diretta tv del loro spogliatoio nella domenica del matematico trionfo (”Milan, Milan vaffa…..”), gli interisti si aggrappano all’unica cosa che hanno. L’ultimo scudetto e i due derby vinti dopo un rosario imbarazzante di sconfitte. Purtroppo, nel mondo, si parla molto del Milan, squadra più titolata del globo, davanti anche nei campionati nazionali, e pochissimo dell’Inter. Ma poichè la ricreazione è finita, sarà il campo a decidere quale è la squadra più forte in Italia, in Europa e nel Mondo. La prossima stagione consentirà ai ragazzi di Moratti e Mancini di ribattere e umiliare Milan e Juve, Roma, Lazio e Fiorentina, Barca e Madrid, Lione e Sivilia, Bayern (sì, quelli che sono venuti di recente a sbancare San Siro), Arsenal e Chelsea. Anche quegli sfigati del Liverpool, che hanno portato a casa solo cinque finali di Coppa dei Campioni su sette (Heysel compreso). Impareranno a spezzare le reni anche al Valencia dopo aver passeggiato sul Livorno. Detto questo, spero che Berlusconi e Galliani abbiano fatto solo disinformazione, per depistare Moratti. Il Milan non è da buttare ma con questa rosa non si rivince nulla e si sparisce in fretta dal ranking e dal calcio business. Servono subito cinque o sei innesti di atleti, giovani e futuri campioni. Un difensore e un attaccante fortissimi. Un gigante nero in mezzo al campo. Centimetri e muscoli in più in ogni reparto. Ronaldinho invece non serve: abbiamo Kakà. Perchè se si rigioca il derby, sul piano fisico lo riperdiamo. Fuor di polemica, auguro al Milan di rivincere subito lo scudetto e all’Inter, in futuro, la Coppa: per capire l’emozione a colori cos’è, se lo merita la sua storia. Anche se il provinciale Mancini non sembra il duce ideale.

venerdì 25 maggio 2007

Giusta Risposta

...ma no! Peccato! Quanto mi dispiace!

Giuro, tantissimo.

Eh già.. se penso a quel gesto dell'ombrello, quanto mi dispiace! Se penso a quel "figlio di puttana!" pronunicato nei confronti di Ronaldo. Se penso a Vieira che dice "..mi chiedo perchè il Milan giochi la Champions". Se penso a Moratti che dice "qualcun altro dovrebbe vergognarsi di quello che ha fatto". Se penso a chi ci chiamava "l'altra squadra di Milano". Se penso al coro "vinciamo senza rubare". Se penso alle parole "certo se perdessero la nostra sarebbe una doppia festa". Se penso al livore ed al disprezzo che da tutto un anno accompagna i loro commenti nei nostri confronti.

Si, davvero, quanto mi dispiace!



Camminate rasenti al muro.. volano scudetti nel culo e quando non ve l'aspettate!
Devil1986

giovedì 24 maggio 2007

Nuovo spot Telecom



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VINCITORI SUL CAMPO


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"Insomma è andata così: l'Inter aveva perso il campionato dell'anno scorso, e se l'è fatto dare da Guido Rossi. Aveva due rivali per il campionato di quest'anno, e le ha tolte di mezzo. Una l'ha fatta mandare in serie B, e quella ha vinto la serie B, e all'altra ha lasciato controvoglia la Champions League, e quella ha vinto la Champions League. Intanto l'Inter vinceva il campionato sconfiggendo il Siena ma riusciva a perdere la Coppa Italia. La Serie A dell'anno prossimo sarà interessante" (Luca Sofri) 24 maggio SuperIbra L'intervista di Ibrahimovic a Libero (2007) di ieri vale perlomeno "Il carattere della filosofia moderna" (1945) di Benedetto Croce. Estratti: "Quando entravamo in campo con la juve gli avversari se la facevano sotto. Prima della partita eravamo già 1-0 per noi. All'inter questa cosa non succede" Sulla Triade: "Li hanno fatti fuori perché vincevano troppo: questione di gelosia. Quando sono arrivato all'Inter la prima cosa che ho detto a moratti è stata: se vuoi cambiare la mentalità devi prendere Luciano". "La Juve aveva una coesione che all'Inter non c'è. Se uno giocava male gli altri lo tiravano su, invece qui accade il contrario: chi gioca male trascina gli altri". "Una grande squadra non deve mai prendere 6 gol, anche se in palio c'è solo la Coppa Italia". 24 maggio I veri campioni Il Milan è una grande squadra anche se non ha una grande squadra, al contrario degli indossatori di scudetti altrui o falsati. C'è un solo campionissimo: Kakà. Ma ci sono anche una serie di straordinari calciatori che restano straordinari anche se anziani e logori e ai quali affideresti le chiavi di casa molto più che a un qualsiasi argentino di Roberto Mancini. La partita che hanno fatto ieri Pippo e Ambrosini, soprattutto loro due, ma anche Pirlo, Nesta e Maldini, è stata da applausi. Tra i veri campioni ci metto anche Gattuso e soprattutto Seedorf, anche se ieri non ha giocato bene, però è uno che c'è quasi sempre. Quel "quasi" è riferito a quando giocava con la seconda squadra di Milano. 24 maggio (By Cristian Rocca)

Il mio pensiero : Sono oltre 35 anni che tifo Juventus e la squadra che ho guardato sempre con una certa invidia, ma comunque con rispetto, è stata, ed ancorpiu' oggi, il Milan. La mia invidia nasce dal fatto che a differenza della Juventus, il Milan ha sempre avuto quel quid in piu' che le ha consentito di imporsi, oltre che in Italia, anche in Europa.

Negli ultimi quindici anni, la partita che piu' di ogni altro aspettavo era quella contro il Milan perchè è sempre entusiasmente battere chi sa VINCERE sul campo. Ma daltronde non puo' essere diversamente.

Battere gli indossatori e falsari E' Routine

Cara Seconda squadra di Milano, come ho gia' avuto modo di dire, finalmente si sono ripristinate le normali condizioni. Dall'anno prossimo tornerete ad affrontare il Vs. incubo Peggiore in un campionato dove tutti ripartiamo senza penalizzazioni, e non importa che squadra schiererà la Juventus, tornerete a perdere i 6 punti soliti che sommati a quelli che perderete con Milan, lazio e fiorentina NON piu' penalizzate vi riporteranno alla posizione in classifica che è vostra da sempre ( -17 dalla Vincente il Campionato)
blade223

ACCATTONI SIETE ED ACCATTONI RIMARRETE

L'ultima Champions della Juve Ultima Champions dell'inter
L\ L\
1996 Non Pervenuta


by: blade223 da http://blog.libero.it/antiinter/

mercoledì 23 maggio 2007

MORATTI, GUARDA E IMPARA!

Non servono i vari Guido Rossi e Borrelli per vincere qualcosa...Grazie Milan! L'unica vera squadra di Milano! Grazie a questi 11 leoni l'Italia calcistica è stata nuovamente onorata!
E ora date il pallone d'oro a questo grande campion!

Ibrahimovic bacchetta l'Inter


Un'intervista, certo, ma più che altro una chiacchierata, gestita con i crismi dell'informalità. Così, il cronista di 'Libero' è riuscito a far sbottonare Zlatan Ibrahimovic e le battute, dette con la solita aria sorniona dello svedese, hanno colto nel segno. La sua Inter gli piace, ha un futuro luminoso, ma non rinnega quel passato bianconero, anzi lo prende a modello per spronare la nuova famiglia a crescere sempre più. Tante volte la Vecchia Signora può fornire stimoli ed esempi, dall'alto della sua esperienza e della tradizione vincente. In primis, per quanto riguarda il trattamento riservato alla gioielleria di casa. "L'estate scorsa Moratti è stato bravissimo - racconta l'attaccante nerazzurro -, il pòiù veloce di tutti. Mi voleva anche il Milan, ma l'Inter ha sbaragliato la concorrenza: aveva un progetto. Mi piacerebbe che ci fosse la stessa decisione anche adesso che stiamo trattando per l'adeguamento del mio contratto. Alla Juve su certe cose eranoi più decisi...". Inizia così, da un 'avvertimento' tra il serio e il faceto, un parallelo tra presente e passato, ancora favorevole a quest'ultimo, almeno a detta dell'interessato. "Quali sono le differenze? Quando entravamo in campo con la Juventus - spiega -, gli avversari se la facevano sotto. Prima del fischio d'inizio eravamo già sull'1-0 per noi. All'Inter questa cosa non succede". Poi, mette a confronto la sua ultima squadra bianconera con quella del tricolore nerazzurro e anche qui propende per la prima. "Sono due grandi squadre - ammette -, ma quella aveva qualcosa in più. Un senso di coesione che a Milano non c'è ancora. L'anno scorso quando qualcuno giocava male gli altri lo tiravano su, qui capita il contrario: chi gioca sottotono trascina il resto della squadra. Bisogna saper stare ai vertici...all'Inter stiamo ancora imparando. E poi non è possibile prendere sei gol in una partita".

Quindi, passa ai consigli per gli acquisti e anche qui chiama Moratti a uno sforzo convinto, per riuscire a dettare legge anche in campo continentale. "Servono tre ritocchi - afferma -. C'è bisogno di gente di spessore che ci faccia fare il salto di qualità. Un nome? Chivu. Per me è un fenomeno". L'ultima battuta è ancora per la 'sua' Juventus, per quella che fu, quella di Moggi. "L'hanno fatto fuori perché vincevamo troppo: questione di gelosia. Quando sono arrivato all'Inter, la prima cosa che dissi a Moratti fu: 'Se vuoi cambiare mentalità devi prendere Luciano'. Per fortuna abbiamo vinto lo stesso...". Con buona pace del presidente nerazzurro, chiamato a fare la parte del rivale di sempre.

martedì 22 maggio 2007

Anche in Europa..

Calciopoli-2, De Santis accusa l'Inter



"Non ho mai avuto conversazioni telefoniche né con Moggi né con Fabiani, e tanto meno ho ricevuto delle Sim svizzere". Nega l'ex arbitro Massimo De Santis, punito già con 4 anni di squalifica. De Santis è stato sentito oggi da Borrelli e dal suo staff: nega tutto, è anche ironico. "Se fosse vero che avevo le schede svizzere, forse io e Moggi non ci capivamo visto che i contatti che mi vengono addebitati non portavano sempre risultati sul campo a favore della Juventus. Alcune volte l'ho arbitrata ed ha perso. Questa storia va avanti da Juventus-Parma del 2000". E ha aggiunto una tesi già cara a Moggi: "Con i telefonini, oggi, si può fare di tutto: mi vengono tanti dubbi su questa vicenda, ed è per questo motivo che aspetto novità da Milano e anche dalle inchieste sulle plusvalenze e sulle fideiussioni". Milano sta indagando sul pedinamento di De Santis: ordinato, secondo alcune testimonianze, dall'Inter. L'ex arbitro è pronto a chiedere 5 milioni di euro di danni a Massimo Moratti. Sullo spionaggio Telecom, De Santis ha aggiunto: "Non se ne parla più di questa storia. Sembra quasi non interessi, è come se ci fosse un segreto di Stato. Purtroppo ci sono indagini, quelle sugli arbitri, che vanno veloci e altre che non hanno la stessa velocità". Secondo l'ex arbitro romano, quest'anno, non è cambiato nulla. "Posso solo dire che se questi stessi errori fossero stati commessi dagli arbitri negli anni scorsi sarebbe stato un disastro totale. Sembra che quello che dico io non sia mai la verità mentre quello che dichiarano altri viene preso sempre come oro colato. I carabinieri nei verbali usano nei miei confronti l'espressione 'presumibilmente', ma io aspetto ancora di sentire delle registrazioni telefoniche sane e vere, finora questo non è mai avvenuto". Sentito oggi anche l'ex arbitro Gabriele. Domattina è la volta dell'internazionale Bertini, dell'assistente Ambrosino e di Racalbuto, ormai in pensione. Altri arbitri più avanti, dipende da Napoli. "Siamo solo all'inizio degli interrogatori, c'è ancora tanto lavoro da fare", ha detto Borrelli. Dovrà ascoltare anche Paparesta, Pieri, Fabiani e Pairetto (se si presenterà). E forse qualcun altro. Sperando di trovare prima o poi un pentito sulla sua strada.

Calciopoli bis: De Santis 'Mai parlato al telefono con Moggi'



14:20 del 22 maggio
Accompagnato dal suo avvocato, l'ex arbitro Massimo De Santis è arrivato all'Uffigio Indagini capeggiato da Borrelli.
Ecco le sua parole all'uscita: "Non ho mai avuto conversazioni telefoniche nè con Moggi, nè con Fabiani e tanto meno ho ricevuto delle Sim svizzere".
.

Avrà parlato delle chiamate con Facchetti? Avrà parlato della conoscenza dei fatti da parte di Moratti? il 98% degli italiani ci spera e attende con trepidazione notizie...

lunedì 21 maggio 2007

Moratti, lei è un povero pazzo

Moratti, niente auguri al Milan: 'Non vado contro mia sincerità'

20:45 del 21 maggio

Giorni fa Silvio Berlusconi si era lasciato andare ad un "Viva Inter", ma Massimo Moratti, a due giorni dalla finale di Champions League, non se la sente di augurare un successo ai cugini. "Berlusconi e' stato gentile - ha detto il presidente dell'Inter - ma lo ha detto dopo che l'Inter ha vinto. E poi la condizione e' diversa, c'entra la politica e lui e' estroverso. E' stato sincero e questo mi ha fatto piacere ma anch'io non vado contro la mia sincerita'".



Secondo lei, caro Moratti, il signor Berlusconi avrebbe dovuto tifare Inter da inizio campionato? Ma si rende conto delle esternazioni ridicole che ad ogni intervista ci regala? E` naturale che l'ex premier non abbia detto prima della vostra vittoria "Viva Inter". Sarebbe stato un po` ridicolo. Quasi quanto lei. Dica semplicemente che lei non vuole tifare Milan perchè si sente bruciare il sederino per il fatto che i rossoner solo grazie alla partecipazione alla finale di Champions hanno fatto una stagione 10000 volte migliore della sua inter. Smetta per una volta di fare il bambino e faccia l'uomo. Anche se mi sembra di chiederle troppo...Buona vita capo dei rosiconi...

Barzelletta


Un uomo dice a un amico:
-Sai che ho un gatto interista?-
-Davvero? E come fai a saperlo?- chiede l'amico
-Perché quando l'inter perde va in giardino e miagola tutta la notte. Quando l'inter pareggia si infila sotto il divano e si lamenta
- e quando vince?- gli chiede l'amico
- Non lo so, ce l'ho solo da dieci anni!

Per una volta Mughini parla a proposito!

Pazza Inter...






domenica 20 maggio 2007

Sciocchezze nerazzurre


L'Inter ha trionfato in campionato insistendo su un concetto: scudetto degli onesti. Lei che ne pensa?
Credo sia una sciocchezza, lo sanno anche loro. Dicono così per far contenti i tifosi. Dov'era l'Inter quando lo scudetto non lo ha vinto la Juve ma la Lazio e la Roma?


http://milanorossonera.splinder.com/

sabato 19 maggio 2007

Mi sento bruciare il...


Per una mezzoretta nel secondo tempo si è respirata l'aria di impresa a San Siro, ma poi il 6-2 dell'andata si è rivelata una montagna troppo alta da scalare. Se nello spogliatoio romanista la gioia è grande, per una vittoria che va a suggellare un biennio di gioco e risultati, in casa Inter, proprio per le ridotte aspettative, la delusione non è eccessiva, anche se c'è un pizzico di rabbia per alcune decisioni arbitrali, rigore non concesso su Stankovic in primis.

"Non voglio fare polemiche - premette il centrocampista serbo - ma i complimenti alla Roma per la gara d'andata. Certo, se l'arbitro concedeva il rigore dopo tre minuti sarebbe stata un'altra partita. Io fra l'altro sono un tipo che non si butta mai per terra. Mi sembra incredibile quello che è successo. Stavo spingendo il pallone dentro la rete e mi hanno spinto. Se l'arbitro non ha visto perchè era lontano è colpa sua. Forse non voleva darlo perchè trattandosi di un fatto che è accaduto ad inizio partita sarebbe venuto giù lo stadio. I rigori però si danno dal primo al novantesimo minuto, a me in Champions hanno espulso dopo 40 secondi... Comunque noi la coppa più bella la alzeremo il 27 contro il Torino. Usciamo a testa altissima. Dovevamo fare due o tre gol nel primo tempo. Era giusto provarci".

Anche Francesco Toldo, portiere di Coppa, mette l'accento sul diverso valore tra quanto ottenuto dalle due squadre in questa stagione: "Ora aspettiamo l'ultima partita per alzare il trofeo, quello vero... E' stata una partita bellissima, ci siamo spinti in avanti poi loro hanno trovato il gol e ci hanno tagliato e gambe. La Coppa Italia, dopo la sconfitta dell'andata, era passata in secondo piano".


Non capisco perchè quando un chiccessia prova a parlar male di arbitri o guardalinee viene deferito o multato, mentre quando un nerazzurro parla male di arbitri viene addirittura elogiato... A parte questo caro Stankovic e caro Toldo, voi di trofei veri non ne avete ancora visti... Anzi si! Nelle vostre gite a Milanello!!!

venerdì 18 maggio 2007

Bye Bye Coppa Italia


La Roma vince la sua ottava Coppa Italia nonostante la sconfitta 2-1 a San Siro nella gara di ritrono con l'Inter. All'andata i giallorossi avevano vinto 6-2.
Partita vera a San Siro. Tanta Inter nel primo tempo ma Roma che non resta a guardare. Nerazzurri vicini al gol in almeno quattro circostanze, giallorossi che si difendono bene e quando riescono a dialogare creano sempre problemi a Toldo. Nerazzurri reclamano il rigore in due occasioni ma Morganti lascia correre. Nel finale annullato anche un gol a Cruz per fuorigioco.
Nel secondo tempo ancora Inter straripante che dopo soli 5' passa grazie a Hernan Crespo, che con un bel colpo di testa dal centro dell'area su cross di Maicon porta in vantaggio gli uomini di Mancini. Dopo sei minuti passano ancora i nerazzurri grazie a Cruz che, ben imbeccato da Figo, di sinistro batte Doni. Al 15' il tecnico Mancini viene espulso per proteste. Al 25' invece tocca a Cordoba il cartellino rosso per un fallo di mano volontario. L'Inter ci crede e continua a cercare il gol ma a 6' dal termine Perrotta soffoca le speranze nerazzurre mettendo a segno la rete del 2-1. Allo scadere Toldo evita il 2-2 deviando un gran tiro di Totti sulla traversa.

Inter-Roma 2-1 (andata 2-6)
5' st Crespo, 11' st Cruz, 39' st Perrotta

Inter: Toldo; Maicon, Cordoba, Burdisso, Zanetti; Figo (36' st Maxwell), Vieira (27' pt Cruz), Cambiasso, Stankovic, Mariano Gonzalez (9' st Recoba); Crespo.
All. Roberto Mancini

Roma: Doni; Panucci, Ferrari, Mexes, Chivu; Taddei, De Rossi, Perrotta, Aquilani (13' st Pizarro), Mancini (33' st Tonetto); Totti.
All. Luciano Spalletti

Arbitro: Emidio Morganti (Ascoli Piceno)

Ammoniti: Cordoba, Aquilani, Cambiasso, Perrotta, Chivu
Espulsi: R.Mancini, Cordoba, Panucci

mercoledì 16 maggio 2007

Nuova sciarpa dell'Inter

Bellissima! La voglio!

Interisti, prima di leggere sedetevi sul cesso


Roma, 16 maggio 2007 - Francesco Saverio Borrelli si era augurato che il calcio italiano trovasse presto un pentito in grado di scoperchiare definitivamente la pentola di Calciopoli.

Sul fronte Juve potrebbe essere così: Maurizio Capobianco, 43 anni, dipendente bianconero dal 1984 al settembre 2005, quando è stato licenziato, è stato interrogato in una località segreta dgali uomini di Borrelli e ha cominciato a collaborare.

Secondo le scarne indiscrezioni trapelate dalla Federcalcio, Capobianco è stato ascoltato da Carlo Loli Piccolomini e Marco Scquicquero, i vice di Borrelli. Recita il comunicato ufficiale della Federcalcio: “Invitato a riferire sui fatti di sua conoscenza per provarne la fondatezza, Capobianco (che non è tesserato della Figc) ha accettato di collaborare e ha testimoniato sulle circostanze e sugli episodi oggetto delle dichiarazioni rilasciate alla stampa” .

L’ex dirigente Juve avrebbe fatto nuovi nomi e prodotto nuovi documenti per confermare le sue dichiarazioni, tirando in ballo due arbitri e due ex dirigenti arbitrali, un ex dirigente della Figc e un ex dirigente della Covisoc, la commissione di controllo sui bilanci delle società.


Ma sbaglio o Guido Rossi è un ex dirigente della Covisoc? Mah...


La tattica migliore? L'insabbiamento...


Pagina 161. Enzo Catania e Mario Celi si occupano di Marcelo Saralegui, una delle tante «patacche» rifilate al calcio italiano malato di esterofilia. Entra in scena anche Franco Grigoletti, responsabile delle pagine sportive de «Il Giorno». E per lui è pronta anche una citazione tratta dal libro di Paolo Ziliani «Non si fanno queste cose a cinque minuti dalla fine. La vera storia del giallo Genoa-Inter». Sì, Genoa-Inter è stato un giallo. Grosso, clamoroso. Inesistente? Così decise la giustizia sportiva, che archiviò quel giallo «per insufficienza di prove». E forse anche per questo nella storia del calcio marcio non trova più spazio di quella presenza da bibliografia. Ma di che Genoa-Inter si parla?
A Marassi è il 27 marzo 1983. Si gioca la sestultima di campionato. Il Genoa, tanto per cambiare, ha bisogno di punti per salvarsi. L’Inter, tanto per cambiare, è protagonista di un campionato scialbo, è quarta, lontana dalla Roma che vincerà lo scudetto e deve solo difendere la posizione Uefa. Un punto per uno? Oggi si chiamerebbero «accordi non scritti», di quelli trovati in campo. Ma forse non è neppure così. Il «forse» è solo dovuto all’esito dell’inchiesta della magistratura, sportiva e ordinaria.
Perché in campo il pareggio sta per uscire davvero. Passa in vantaggio l’Inter con Altobelli al 14’ del primo tempo. Dopo il té Briaschi raddrizza subito la partita al 3’ della ripresa. Otto minuti e Bini riporta avanti l’Inter. Si disperano i tifosi, non i giocatori. E infatti Iachini, al 28’, fa 2-2. Passa a me che la passo a te, si arriva a cinque minuti dalla fine e l’arbitro non può neppure ammonire gli sbadigli. Ma Salvatore Bagni «impazzisce», entra in area, salta due difensori e fa 3-2. Esulta, si gira, e trova solo occhiatacce. Dei genoani, certo, ma anche dei suoi compagni. E sarebbe pure contento se finisse così, perché negli spogliatoi entra sano e esce con gli occhi neri. Due a due doveva finire. «I dirigenti dell’Inter devono sapere che merde sono i loro giocatori sul piano umano», tuona Giorgio Vitali, ds del Genoa.
Due giornalisti del Giorno, Paolo Ziliani e Claudio Pea, vogliono andare fino in fondo. Denunciano sul quotidiano che la combine era cosa fatta. E che c’erano anche giocatori dell’Inter che avevano scommesso forte su quel risultato. Sfidano il mondo dell’informazione, persino il grande Gianni Brera, sempre considerato il miglior giornalista sportivo, attacca a testa bassa i due giovani colleghi. A Brera avevano toccato il «Vecchio Balordo», suo grande amore, e la milanese Inter. Sacrilegio. Intanto un giudice genovese, Roberto Fucigna, sempre lui, avvia un’inchiesta. Ziliani oggi, più di vent’anni dopo, è convinto che siano stati l’allora ministro Alfredo Biondi (che smentisce piccato) e l’avvocato Peppino Prisco, vicepresidente dell’Inter, a costringere il procuratore di Genova a togliere il caso al magistrato di provata fede sampdoriana. Sarà «insufficienza di prove». La prova principe, gli occhi neri di Bagni, non c’era più.

martedì 15 maggio 2007

La follia non ha mai fine

Moratti accusa: 'In giro c'è sempre la stessa gente'

09:00 del 15 maggio
morattiIntervista clamorosa ed esclusiva al presidente dell'Inter. Moratti ne ha per tutti: "Ho vinto lo scudetto, ma non sono felice perchè è cambiato poco e c'è sempre in giro la stessa gente. Resta la sensazione che in questi anni ci hanno portato via tutto. Il calcio è l'unico mondo in cui nessuno teme la giustizia, ci sono giornali che ignorano lo scandalo. Costruirò una grande Inter, senza spendere più cifre assurde. Punto su Crespo, resterà da noi. Toni? Un anno fa mi arrabbiai con Della Valle e gli dissi che non avrei comprato più nessuno da lui".


Allora caro Moratti cosa ne dice di incominciare lei per primo a levarsi dai coglioni? Scusi la volgarità, ma sentir parlare di onestà gente che ha falsato passaporti, ha falsato bilanci per iscrivere la propria squadra al campionato, faceva pedinare arbitri e calciatori, aveva contatti con designatori e arbitri, che mandava in missione il compianto Facchetti per farsi aggiustare le partite, mi fa venir un po` da vomitare. Cresca signor Moratti e impari a stare al suo posto. Ha vinto lo scudetto? Ok. Complimenti. Ma ora smetta di sparare a tutti quelli che le capitano a tiro, specialmente in questi giorni in cui lei, molto probabilmente, riceverà una bella e meritata squalifica!!!

Il Dolce stil novo...


E' ufficialmente finito l'amore tra Marco "Matrix" Materazzi e i tifosi della Lazio. Il difensore campione del Mondo si è sempre dichiarato tifoso biancazzurro: il papà (Giuseppe, attuale tecnico del Bari) allenò gli aquilotti alla fine degli anni '80 e Marco, ogni volta che poteva, correva in Curva Nord a seguire la sua squadra; inoltre il suo impegno durante la partita Perugia-Juventus del 2000, quando i bianconeri persero lo scudetto proprio a favore della Lazio di Cragnotti, gli è sempre valso simpatie e riconoscimenti da parte dei tifosi laziali, che lo consideravano (fino a ieri) “uno di loro”.

Da ieri, dicevamo, è tutto finito. E' successo che al gol del 4-3, che ha suggellato la splendida rimonta dell'Inter sugli uomini di Delio Rossi e siglato dallo stesso Materazzi, l'ex-idolo biancoazzurro si è reso protagonista di un'esultanza molto polemica che è parsa abbastanza fuori luogo: mani aperte con le cinque dita ben larghe e una frase ripetuta più volte “5 Maggio, 5 Maggio”.

Quel 5 maggio del 2002, quando contro tutti i pronostici la Lazio sconfisse l'Inter di Cuper all'Olimpico infrangendo i sogni scudetto di Ronaldo e compagni, a Materazzi evidentemente non era ancora andato giù. E così ieri ha dato sfogo a qualcosa che, evidentemente, si teneva dentro da 5 anni. Non si capisce bene con chi Marco ce l'avesse in realtà: di quella squadra del 2002 nella Lazio attuale non è rimasto più nessuno (solo Simone Inzaghi, che però ieri non era in campo), addirittura la società è cambiata (passando da Cragnotti a Lotito). Forse la sua esultanza era rivolta ai tifosi della Lazio?

Fatto sta che ai supporters biancoazzurri, il gesto di Materazzi non è proprio piaciuto, e sui forum laziali la cosa viene commentata piuttosto acidamente. Su Forumlazioultras.it l'utente “Gregucci72 scrive: “Jè rimasta proprio sullo stomaco quella partita!!! Ma poi co’ chi te la voi prende? Vatte a rivedè la partita a Materazzi...avemo fatto de tutto pe favve vince, che voi da noi? a rosicone!!!” e l'epiteto “rosicone” è quello più gentile. Sempre Gregucci72 prosegue: “Che poi al limite se la doveva prende coi giocatori della Lazio che giocavano quel giorno, ma de quel 5 maggio ma chi c'è rimasto della Lazio? Me pare nessuno, quindi fino a prova contraria l'astio che aveva oggi era rivolto proprio alla Lazio e basta no? Sai che te dico? Ma magari er Milan vince la Champions!!!”. E “BandaBassotti” si chiede: “Ma non ho capito, fa il paladino del calcio pulito e poi se la prende con noi che non gli abbiamo venduto la partita nel 2002? Pensasse alla sua società, hanno perso uno scudetto 11 contro Poborsky”.

Insomma, l'idillio è proprio finito. Non sappiamo se Materazzi abbia risposto alla provocazione di qualche tifoso biancoazzurro presente ieri allo stadio, potrebbe essere una spiegazione che giustifica la sua reazione, certo è che da quando questo scudetto è stato vinto tutto l'ambiente Inter sta inanellando una serie di entrate fuori tempo che pare non avere fine.

lunedì 14 maggio 2007

Gazprom : più di una voce!




Oramai sembra essere più di una voce l'interessamento da parte dei russi della GAZPROM per l'acquisto dell'Associazione Sportiva Bari. Sembra che le milioni di preghiere baresi siano state ascoltate da San Nicola. Sembra che dopo trent'anni l'incubo dei Matarrese stia per svanire. Loro, come al solito, continuano a smentire tutto facendo passare per pazzo il povero Emiliano che ha messo anima e corpo in questa faccenda rischiando di perdere la faccia.
L'affare è più complicato del previsto. Ora penserete che sia una questione di soldi, ma non è così. Il preaccordo esiste da qualche tempo. Le cifre sono state stabilite. L'unico compromesso da mantenere è la permanenza dei galletti in serie B.
Salvezza che il Bari di Santoruvo (l'unico a buttare il cuore in campo) sta cercando di raggiungere al più presto tra Rimini,Genoa e Juventus.
Ora tocca a noi tifosi scendere in campo: RIEMPIAMO IL SAN NICOLA E SOSTENIAMO LA SQUADRA. QUESTO SEMBRA ESSERE L'ULTIMO MESE DI SOFFERENZA PER NOI BARESI. DALL'ANNO PROSSIMO AVREMO IL NUOVO ABRAMOVICH COME PRESIDENTE!!!
STRINGIAMOCI FORTE ATTORNO ALLA SQUADRA!
E RICORDATE:FINCHE` VIVRO` ODIERO` I MATARRESE, LA VERGOGNA DI OGNI BARESE!!!

Caro, vecchio striscione...


Melandri: "Striscioni? Torneranno negli stadi"
Una buona notizia. Il ministro Giovanna Melandri apre agli striscioni: "La questione è rimasta un po' sospesa quest'anno, vedremo di ripristinarli". Si cerca di andare incontro a quelli che la Melandri definisce "tifosi buoni". Progetto Ultrà dell'Uisp, riconosciuto come interlocutore dal ministero dello sport, ha lanciato un appello e raccolto quasi 4.000 firme. Per ripoprtare gli striscioni, le bandiere negli stadi. Basta snellire l'iter: i controlli si possono fare negli stadi, un paio d'ore prima l'inizio delle partite. E guai a chi sgarra. senza dimenticare comunque quello che è successo a Catania e che a decidere è l'Osservatorio del Viminale: ma Antonio Manganelli e Felice Ferlizzi non prendono mai le loro decisioni a cuore leggero.

Finalmente torneranno i colori nei nostri stadi...

Quando qualcosa incomincia a muoversi...



Per Massimo Moratti sono ore fastidiose. Sabato si è saputo (ma visto il silenzio degli organi di stampa sono stati in pochi a saperlo) che il capo degli inquirenti federali, Borrelli, ha chiuso l’inchiesta sulle informazioni che sarebbero state raccolte illegalmente sull’arbitro De Santis e che emergerebbero dalla vicenda più complessa dello spionaggio Telecom. Un dossier che era catalogato sotto il nome «Operazione ladroni» e che sarebbe nato dopo una conversazione in cui l’ex arbitro Nucini avrebbe avvertito Giacinto Facchetti di fare attenzione alla piovra arbitrale e ai maneggi per danneggiare l’Inter messi in pratica con la regia di Moggi.

Borrelli passerà le conclusioni al procuratore Palazzi che potrà archiviare tutto ma si sussurra che gli 007 federali avrebbero trovato riscontri sufficienti a far pensare che l’Inter si sia davvero mossa e abbia indagato sui conti privati e su altri aspetti della vita dell’ex arbitro di Tivoli, indicato come il «leader» della presunta Cupola delle giacchette nere. De Santis starebbe preparandosi a chiedere i danni al club nerazzurro. Se Palazzi deciderà di procedere è possibile che si arrivi ad una imputazione per Moratti sulla base del fatto che il presidente non poteva essere all’oscuro di tutto. La pena in ogni caso sarebbe minima: una squalifica di qualche mese per violazione dell’articolo 1 sulla lealtà sportiva. Ma il provvedimento sporcherebbe l’immagine di un dirigente che ha sempre esibito il rispetto delle regole e la trasparenza come suoi punti di forza.

Ecco il Dvd del 14° scudetto perdazzurro!!

venerdì 11 maggio 2007

Non vedo, non sento, non parlo...


Qualche giorno fa sulle pagine rosee della Gazzetta dello Sport, il felicissimo presidente dell'Inter Massimo Moratti s'è sbizzarrito nel mettere le pagelle ai suoi giocatori, valutandoli nell'arco dell'intera stagione. Nessun bocciato e buone parole per tutti.
Tutto normale fin qui.

Ma alcune dichiarazioni sono passate, stranamente, sotto silenzio: sono le parole dedicate dal presidente nerazzurro su Stankovic.

Le trovate ancora sul sito de “la gazzetta dello sport” ma, per comodità, ve le riporto: "Ha avuto un rendimento super, molto legato al carattere sensibile, partecipe. Anni fa stavo comprando Emerson, mi fermò Mancini, non ancora nostro allenatore: ma no, Stankovic è più completo. Vuole dimostrare sempre di essere il più bravo, corre, lotta, ha qualità".
Moratti confessa alla gazzetta dello Sport di aver contattato l’allenatore della Lazio, in pieno stato contrattuale e nelle piene funzioni del suo impiego.Per chi vuole intendere, è la conferma ufficiale che Mancini, in barba a qualsiasi regolamento, mentre era ancora allenatore della Lazio, già dava indicazioni a Moratti per fare il mercato per la stagione successiva. Oltretutto indicazioni che coinvolgevano un calciatore della stessa Lazio. Un giocatore, Stankovic, che non a caso è arrivato all’Inter 5 mesi prima di Mancini.Mancini in quel campionato, pur essendo già di fatto legato all’Inter (e adesso con questa incauta dichiarazione di Moratti i dubbi sono ancora minori ), si trovò a lottare con la squadra che allenava e dalla quale veniva stipendiato (la Lazio) contro l’Inter per raggiungere il quarto posto in Campionato, posizione utile per accedere ai preliminari di Champions.
Una cosa assolutamente censurabile, non solo dal punto di vista della giustizia sportiva.
Sempre andando a memoria, ricordo che a gennaio di quell’anno, Moggi dichiarò di avere già un precontratto firmato da Stankovic e minacciò di registrare ugualmente il contratto, cosa che avrebbe portato il giocatore ad una squalifica. Secondo le dichiarazioni ufficiali, Moggi rinunciò a farlo per evitare dispetti. Tralasciando su quelle che sono state le dichiarazioni ufficiali, mi chiedo come mai, ancora una volta, per l’ennesima volta, una sostanziale auto-denuncia di Moratti (contattare un tesserato per un’altra squadra quando il calciomercato è chiuso non è permesso e deve essere punito con una squalifica per i protagonist. Visto come sono andate le cose ci sarebbero anche gli estremi, regolamento alla mano, per riscontrare un comportamento sleale da parte di Moratti), dicevamo, un sostanziale auto denuncia di Moratti cade, ancora una volta, nel vuoto: Palazzi, Borrelli…nessuno legge la Gazzetta dello Sport?

fonte:calciomalato

giovedì 10 maggio 2007

Ecco perchè vincevano solo coppe (di seconda mano)


Il romanista sta continuando ad indagare sulla denuncia di Ettore Viola circa la Coppa UEFA vinta dall’Inter grazie, a quanto dice il figlio di Dino Viola, con l’aiuto dell’arbitro Spirin.Era una cosa nota da tempo, ma adesso, chissà per quale motivo, il giornale molto vicino alla squadra giallorossa vuole andare fino in fondo alla vicenda.
Quell'8 maggio del 1991, a San Siro, c'erano, tra gli altri Giuseppe Giannini, Sebino Nela e Ottavio Bianchi. E i tre la finale se la ricordano bene…
Ricordano pure gli errori dell'arbitro Spirin. Non sanno nulla del presunto tentativo di corruzione denunciato da Ettore Viola.
”Ricordo che il rigore trasformato da Matthaeus era inesistente - dice Giuseppe Giannini - Credo che sia difficile dire una cosa del genere se priva di fondamento. Però non mi va di fare polemica, perché si tratta di una partita di tanto tempo fa. E poi, mi dà fastidio sentirla solo adesso: perché non è stato denunciato tutto all'epoca?”.Il Principe non è l'unico a chiedersi come mai il retroscena venga svelato solo ad anni di distanza dal fatto, prima in un libro e poi attraverso un quotidiano. La risposta arriva dallo stesso Ettore Viola, ospite di Rete Sport: “Avevo perso un padre in quindici-venti giorni. La Roma era il gioiello che tutti volevano, almeno a parole. Insomma, ero preso da altre situazioni”.

”Noi, in campo, avevamo capito subito che l'arbitro non era amico nostro - racconta Sebino Nela - Penso al rigore, molto molto dubbio. Ma non ci fu solo quello: a non piacerci era stato l'atteggiamento complessivo del direttore di gara”.
Ma la dichiarazione più sconcertante è quella di Ottavio Bianchi, all’epoca allenatore della squadra giallorossa: “A fine gara, nello spogliatoio c'era molta tensione - ricorda Ottavio Bianchi - ho fatto fatica a calmare i ragazzi, che si sentivano ingiustamente puniti. Ecco perché la storia raccontata da Ettore Viola non mi sorprende. Al ritorno, poi, giocammo una grande partita: l'Inter non uscì mai dai suoi sedici metri. Ma non bastò”.
Perché, ed è questa la domanda che faccio, visto che tutti avevano grossi dubbi, nessuno ha detto nulla, a parte le solite polemiche di cui il calcio italiano e non solo è ben abituato?

Dirigente, all'epoca, era anche Riccardo Viola, fratello di Ettore, sorpreso da ciò che ha (ri)letto. «Io ero consigliere addetto alla squadra - dice - E non sono mai stato a conoscenza di questi fatti. Non trovo giusto, poi, fare un discorso del genere a distanza di sedici anni dalla partita in questione, soprattutto alla vigilia di una finale. Se devi denunciare un tentativo di corruzione lo fai subito. Perché altrimenti fai male a tutti: al calcio, ai giocatori dell'epoca, al presidente Pellegrini, ai tifosi. E, soprattutto, crei un clima poco simpatico in vista della partita di domani (oggi, ndr). Non nego che l'arbitraggio di Spirin, quella sera di maggio, fu modesto. Dico solo che, invece di tirar fuori una storia a distanza di anni, dovremmo essere orgogliosi di quello che abbiamo fatto nei quattro mesi successivi alla morte di papà. Abbiamo giocato una finale di Coppa Uefa e vinto una Coppa Italia. E non mi sembra che la Roma si sia ritrovata così spesso a giocare due finali nella stessa stagione».

Va controcorrente Riccardo Viola, fratello di Ettore.
Alcune affermazioni che fa, però, non sono secondo me, condivisibili: dire che così si fa male al calcio, secondo me, vuol dire voler, nonostante gli insegnamenti del recente passato, voler continuare a mettere la testa sotto la sabbia e far finta di niente. C’è una denuncia di un reato: la giustizia sportiva dovrebbe mettersi in moto per appurare i fatti: non è possibile continuare così, il calcio ha bisogno di certezze, di trasparenza…non di denunce non documentate o di reati non puniti. Chi vuole fare una denuncia, per favore, si accomodi in un commissariato, con prove certe…altrimenti può restarsene anche a casa.

FOLLIA INTERISTA POST 6 a 2



Che bello dopo circa 10 mesi di silenzio finalmente un momento di gloria Grossa risata
Avete perfettamente ragione il vero bilan è quello di questo ultimo periodo, ovvero quello che ha perso il derby 2-1 Grossa risata

Fate bene a parlare da vincenti, tanto la finale è una formalità, volete che il Liverpool vi batta un'altra volta? Ma no sarebbe una impresa superfantascientifica, impossibile!

Io intanto mi godo lo scudetto della nazione campione del Mondo a cui ha partecipato la futura squadra campione d'Europa ... tutto questo mi inorgoglisce sempre di più, questo è uno scudetto d'oro signori! Grossa risata
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Caro Povero Interista,
Il Milan vero si è sempre visto nei momenti decisivi della stagione : Champions League. In campionato è da inizio aprile che sta distruggendo chiunque gli passi davanti e a detta di molti critici di calcio, è tornato il Milan stellare che ha mostrato il miglior calcio d' Europa degli ultimi 50 anni. Per non scordarci del fatto che in questi due mesi il Milan è la squadra che ha fatto più punti in Italia... Credi che se la tua squadra avesse giocato col Manchester la storia sarebbe stata la stessa di qualche giorno fa? Tutti quelli che di calcio ne capiscono un pochino sanno che un bel 6 a 0 contro il manchester non ve lo avrebbe tolto nessuno. Avete vinto uno dei campionati più falsi della storia del calcio italiano e mondiale e ricordate che chi ha portato VISIBILITA` all'Italia pallonara, oltre alla nostra nazionale, è stato il Milan andando in finale di Champions. Se in qualunque nazione Europea nomini la parola "ITALIA" subito si pensa ai Diavoli rossoneri e non AI CUGINI DEI CAMPIONI (che sareste voi). Per piacere dunque abbiate l'umiltà di festeggiarlo in silenzio questo scudetto perchè , oltre al rischio di vedervelo revocato insieme a quello dell'anno passato, c'è anche il rischio di non vincerlo per altri 18 anni... Giusto il tempo di un MOGGIOPOLI BIS. Con magari il figlio di Guido Rossi alla guida della F.I.G.C.
Buon Divertimento. E non rosicate troppo perchè rischiate di provocare danni allo stomaco.
Salve a tutti i tifosi della seconda squadra di Milano.

mercoledì 9 maggio 2007

Trovata dedica all'Inter da una sconosciuta...

Dopo che i tifosi Intertristi si sono dimenati a sventolare bandiere inglesi una una "signora" sconosciuta ha lanciato loro il seguente messaggio...

GRAZIE INTER!

Naturalmente quando la "schiacciasassi" deve mettersi all'opera e dimostrare che nessuno può competere con lei, si autodistrugge in partite umilianti. Grazie Inter. Grazie Moratti. Grazie Mancini. Senza di voi il calcio sarebbe noioso.

La Roma umilia l'Inter e mette una serie ipoteca sulla conquista della coppa Italia. I giallorossi vincono la finale d'andata all'Olimpico con un tennistico 6-2 grazie ai gol di Totti, De Rossi, Perrotta, Mancini ed alla doppietta di Panucci.
Inutile la doppietta di Crespo per i nerazzurri. Il ritorno è in programma giovedì 17 maggio a San Siro.

Coppa Italia - Finale d'andata
Roma-Inter 6-2
ROMA: Doni; Panucci, Mexes, Ferrari, Chivu (46' Cassetti); Pizarro (86' Tonetto), De Rossi; Taddei (76' Aquilani), Perrotta, Mancini; Totti.
A disposizione: Curci, Wilhelmsson, Tavano, Vucinic.
Allenatore: Spalletti
INTER: Toldo; Maicon, Cordoba, Materazzi, Maxwell (67' Grosso); Stankovic, Dacourt, Zanetti; Figo (51' Vieira); Crespo, Adriano (57' Recoba).
A disposione: Julio Cesar, Burdisso, Solari, Mariano Gonzalez.
Allenatore: Mancini
Arbitro: Saccani di Mantova
Ammoniti: Maicon, Cordoba, Dacourt, Vieira, Materazzi, Tonetto
Marcatori: 1' Totti (R), 5' De Rossi (R), 16' Perrotta (R), 20' e 56' Crespo (I), 30' Mancini (R), 54' e 89' Panucci (R)

Signor Borrelli, ci dica quando quando quando


In attesa che la procura di Napoli cali l’asso - associazione a delinquere per Moggi e la Gea, sette arbitri e nove assistenti sotto tiro - mi chiedo che fine abbiano fatto le indagini dell’esimio dottor Borrelli sul fronte Telecom-Inter-De Santis-Vieri. Massimo Moratti ha ammesso di aver fatto pedinare Vieri, ma su De Santis è stato molto vago. Il caso era stato sollevato, il 31 agosto 2006, da Claudio Sabelli Fioretti sul Magazine del Corriere della Sera. Domanda: Metteste sotto sorveglianza l’arbitro De Santis. Risposta di Moratti: «Una persona si offrì di farlo. Conosceva alcune persone in grado di darci informazioni perché lavoravano al ministero doveva aveva lavorato De Santis. Ma non ne uscì nulla».

Chi scrive riprese l’argomento su La Stampa del 22 settembre 2006, nell’ambito di un’intervista al presidente nerazzurro. Domanda: Eppure faceste pedinare De Santis. Risposta: «È ormai un episodio di dominio pubblico. Le rispondo come risposi a Claudio Sabelli Fioretti: un tizio si offrì di farlo. Era in contatto con persone del ministero presso il quale aveva lavorato De Santis. Potevano offrirci delle informazioni. Risultato: zero su tutta la linea. E comunque, c’è un’inchiesta in corso. Meglio attendere gli esiti».

La «persona», il «tizio» non sono fantasmi: sono Giuliano Tavaroli, ex responsabile della sicurezza di Telecom, ed Emanuele Cipriani, boss dell’agenzia di investigazioni Polis d’Istinto. Furono loro a proporsi o fu qualcuno a contattarli? Telecom, cioè Inter. Inter, cioè Telecom. Fior di sinergie, mica pizza e fichi. Il presidente di Telecom, all’epoca dei fatti, era Marco Tronchetti Provera, azionista, tifoso e consigliere dell’Inter; vicepresidente esecutivo, Carlo Orazio Buora, vice presidente (allora) dell’Inter; consigliere Massimo Moratti (basta la parola). Per tacere del professor Guido Rossi, commissario straordinario della Figc sino al burrascoso ritorno in Telecom, e di tutti i dossier o report («Operazione ladroni», «Pratica Como) che grondano di intercettazioni palesemente illegali, Carraro, la Gea, Moggi, la Juventus eccetera eccetera.

Qui non si tratta di scovare un (eventuale) scandalo per coprirne un altro, quello che, in base alle responsabilità della coppia Moggi-Giraudo e alle relative sentenze, ha portato la Juve in B. Si tratta, più semplicemente, di far luce su un lato tuttora oscuro di una vicenda collaterale ma non marginale. L’ha sviscerata anche Mario Sconcerti sul «Corriere della Sera» del 13 gennaio: «Si va verso la conferma che Tronchetti Provera aveva una security molto attiva e invasiva, e che questa più volte si è occupata di calcio. Sono stati pedinati un giocatore (Vieri) e soprattutto un arbitro (De Santis)». Non solo (ancora Sconcerti): «Si è patteggiato per un reato (passaporto falso) che altri hanno fatto ma molti altri no. Avere qualcuno che chiede se sia questa (l’Inter) la squadra che può sostituire la qualità morale perduta dalla Juventus significa essere davanti a una domanda scomoda e a una risposta molto più pericolosa di sei mesi fa». Il riferimento è duplice: parte da Recoba-Oriali e arriva alla delibera con cui il Tar del Lazio ha deciso di entrare nel merito del ricorso presentato dall’assocazione L’Ego di Napoli contro il «trasferimento» dello scudetto 2005-2006 dalla Juventus all’Inter, un atto che personalmente ho censurato - in buona compagnia, fra parentesi - sin da quando Rossi e i suoi saggi (?) cominciarono a fabbricarlo.

Ci siamo. Come sempre, quando si parla di etica, il tifo espelle la ragione. Così facendo, si ritorna - o si resta - selvaggi. Non ce n’è per nessuno. La Juve ha peccato e pagato: per i suoi tifosi, troppo; per i suoi avversari, troppo poco. Qualcuno può scagliare la prima pietra? L’Inter è fuori da nastri e bobine, e di questo le va dato atto, ma finché la giustizia sportiva (Borrelli) e quella ordinaria non dipaneranno la matassa di Telecom, continueremo ad accumulare scheletri e sospetti. Tanto per dire: fossi un familiare di Facchetti, chiederei io alle procure di tirar fuori le intercettazioni di cui si riempie la bocca l’ex designatore Bergamo. Ci sono? E allora sentiamole: se la differenza risiede nei contenuti e non nelle frequenze, e proprio lì risiede, che paura c’è? Giacinto, adesso che non può più difendersi, non merita che qualcuno giochi con la sua carriera. Fossi un tifoso interista, spronerei io Borrelli e gli altri inquirenti: per favore, datevi una mossa.

Aspettando i fuochi d’artificio di Napoli. Sempre che siano fuochi.

martedì 8 maggio 2007

I Cimiteri Negli Armadi...


Dopo 16 anni Ettore Viola denuncia: «Così l'Inter ci rubò la Coppa Uefa» Il figlio dell'amatissimo presidente Dino Viola rivela: «Il direttore di gara voleva 150mila dollari per essere buono con noi. Dissi di no e lui si offrì ai nerazzurri». L'8 maggio 1991 migliaia di tifosi giallorossi seguono la squadra a Milano: sotto le luci di San Siro, si gioca la finale d'andata di Coppa Uefa. Finisce 2-0 per i nerazzurri, con un contestatissimo rigore concesso dal sovietico Spirin agli uomini di Trapattoni per presunto fallo su Berti. Dal dischetto, Matthaeus non sbaglia. E, pochi minuti più tardi, ecco il raddoppio. Negli spogliatoi, a fine gara, Ottavio Bianchi e alcuni giocatori, Giannini in testa, sono furiosi. Il 22 maggio, all'Olimpico, la rimonta giallorossa resta incompiuta: segna Rizzitelli, all'80', e finisce 1-0 per la Roma. La ribalta è dell'Inter, il retroscena tutto dell'arbitro Spirin, protagonista della gara d'andata e della storia che racconta Ettore Viola. «Mio padre era morto pochi mesi prima, a gennaio - ricorda il figlio del presidente Dino - Formalmente la guida del club era nelle mani di mia madre Flora, con l'avvocato Giovanni Guidi, scomparso recentemente, nelle vesti di amministratore delegato. Ma ero io, in realtà, a portare avanti le cose: ero una sorta di "presidente ombra". E poi c'era Ciarrapico, arrembante, pronto a subentrare. Una decina di giorni prima della finale di Coppa Uefa, fui contattato da una signora russa che avevo conosciuto tempo addietro. E arrivò la proposta». Chi era questa "signora russa"? «Era un'imprenditrice ben inserita nel mercato sovietico, che si occupava di molte cose e anche di calcio. L'avevo conosciuta in occasione dell'arrivo di Mikhailichenko alla Roma. All'epoca il centrocampista venne operato dal professor Perugia, ma poi decidemmo di non tesserarlo e lui finì alla Sampdoria. Si rifece viva alla vigilia della partita con l'Inter». Per dirle cosa? «Che l'arbitro Spirin, in cambio di 150mila dollari, sarebbe stato benevolo nei nostri confronti nella partita d'andata». E quale fu la sua reazione? «Beh, feci alcune considerazioni. In primo luogo, pensai che nel dna della famiglia Viola non c'è mai stata la consuetudine di manipolare i risultati del campo. Poi, ero convinto che la Roma fosse abbastanza forte per affrontare alla pari l'Inter di Trapattoni. Infine, e comunque secondariamente rispetto al resto, non volevo fare regali a Ciarrapico. Il passaggio di proprietà era cosa fatta e non mi andava di rischiare per lui: non volevo che si vantasse di un successo per ottenere il quale non aveva fatto nulla». Quindi, rifiutò l'offerta... «Sì. E pensai anche che la cosa sarebbe finita lì, visto il rapporto di amicizia che avevo con la signora russa che mi aveva offerto i favori di Spirin». Invece, cosa successe? «Il giorno della partita, prima dell'inizio, entrai negli spogliatoi del Meazza e mi ritrovai lì questa signora. Pensai immediatamente che la cosa era strana, perché solo le persone autorizzate possono stare in quella zona dello stadio. E capii quello che poi lei stessa mi confermò. Dopo il mio rifiuto, l'aiuto era stato offerto all'Inter. Ricordo che mi guardò, allargò le braccia e disse: "Mi dispiace, ma visto che tu non hai accettato mi sono sentita in dovere di proporre la cosa alla controparte"». Poi arrivò il rigore contestato... «Quel rigore non c'era proprio! Io guardai la partita dalla tribuna e in campo successe quello che temevo. Ci fu quel fallo inesistente, ma non solo: le nostre azioni venivano continuamente fermate a centrocampo e, si sa, quando il gioco viene spezzettato è per evitare che la squadra diventi troppo pericolosa. Alla fine della partita, ci rimasi male e pensai alla delusione dei tanti tifosi che erano sugli spalti e che non riuscivano a capire. Io mi ero dato una spiegazione dell'accaduto e questo, forse, mi faceva stare ancora peggio. Ma ero comunque convinto di aver fatto la cosa giusta».

lunedì 7 maggio 2007

Miglior giocatore 2006-2007 dell'Inter : Guido Rossi


Sia pure avvantaggiata dall'assenza della migliore squadra italiana, il Milan ha dimostrato ancora una volta che è sufficiente schierare le squadre più forti, meglio organizzate e abituate a vincere sul campo (invece che a tavolino o a tavaroli o a rolex d'ori) per evitare brutte figure e piagnistei e sconfitte a ripetizione.

Guido Rossi, il bar dello sport e la curva sud chiamata Italia hanno provato a spiegarci che il pallone non era rotondo, che Moggi e Galliani vincevano al telefono, ma il campo ancora una volta ha dimostrato il contrario. Ricordatevi che volevano licenziare Lippi, arrestare Buffon, cacciare Cannavaro e ritirare la nazionale dalla Germania. Ricordatevi che una delle accuse a Moggi era quella di aver messo Lippi in Nazionale e di aver fatto lui le convocazioni. E infatti grazie ai giocatori del Milan e ai campioni e agli allenatori e ai medici e ai massaggiatori della Juventus abbiamo vinto un campionato del mondo, perché almeno a Berlino un giudice c'era ed era il campo. Juve e Milan hanno vinto 13 scudetti in quindici anni.

Nello stesso periodo sono andati 7 o 8 volte in finale di Champions League, mentre le mezze calzette sedicenti oneste le prendevano regolarmente e sonoramente una volta superato Chiasso o il Grande Raccordo Anulare. Guido Rossi & co. avevano deciso di cancellare la Juve, il Milan e la bella Fiorentina e di mandare in Europa il Chievo, la Rometta e il Palermo. Il Chievo è uscito prima ancora di entrare, la Rometta ne ha prese sette, gli indossatori di scudetti altrui a Valencia come a Villareal hanno fatto la solita fine. Il Palazzo, per fortuna, ci ha evitato la figuraccia del Palermo e ha salvato il Milan.

Ora gli indossatori festeggiano perché hanno sconfitto, in un torneo aziendale, la resistenza dell'Empoli e del Catania. Notate una cosa: per dimostrarsi una squadra seria e credibile avrebbero dovuto vincere due sole partite quest'anno: col Valencia e lo scontro decisivo con la Roma. Le hanno perse entrambe. Sono i soliti, malgrado Cobolli Gigli gli abbia regalato due campioni.La Juve smembrata, penalizzata e con la sua terza squadra, è in testa in serie B e nei campionati Primavera, oggi come l'anno scorso e due anni fa. Il Milan di calciopoli e di Meani e dei guardalinee e degli incontri con Collina e dei dossier di Paparesta è andato in finale in un torneo vero, senza aiutini né penalizzazioni.