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mercoledì 23 maggio 2007

Ibrahimovic bacchetta l'Inter


Un'intervista, certo, ma più che altro una chiacchierata, gestita con i crismi dell'informalità. Così, il cronista di 'Libero' è riuscito a far sbottonare Zlatan Ibrahimovic e le battute, dette con la solita aria sorniona dello svedese, hanno colto nel segno. La sua Inter gli piace, ha un futuro luminoso, ma non rinnega quel passato bianconero, anzi lo prende a modello per spronare la nuova famiglia a crescere sempre più. Tante volte la Vecchia Signora può fornire stimoli ed esempi, dall'alto della sua esperienza e della tradizione vincente. In primis, per quanto riguarda il trattamento riservato alla gioielleria di casa. "L'estate scorsa Moratti è stato bravissimo - racconta l'attaccante nerazzurro -, il pòiù veloce di tutti. Mi voleva anche il Milan, ma l'Inter ha sbaragliato la concorrenza: aveva un progetto. Mi piacerebbe che ci fosse la stessa decisione anche adesso che stiamo trattando per l'adeguamento del mio contratto. Alla Juve su certe cose eranoi più decisi...". Inizia così, da un 'avvertimento' tra il serio e il faceto, un parallelo tra presente e passato, ancora favorevole a quest'ultimo, almeno a detta dell'interessato. "Quali sono le differenze? Quando entravamo in campo con la Juventus - spiega -, gli avversari se la facevano sotto. Prima del fischio d'inizio eravamo già sull'1-0 per noi. All'Inter questa cosa non succede". Poi, mette a confronto la sua ultima squadra bianconera con quella del tricolore nerazzurro e anche qui propende per la prima. "Sono due grandi squadre - ammette -, ma quella aveva qualcosa in più. Un senso di coesione che a Milano non c'è ancora. L'anno scorso quando qualcuno giocava male gli altri lo tiravano su, qui capita il contrario: chi gioca sottotono trascina il resto della squadra. Bisogna saper stare ai vertici...all'Inter stiamo ancora imparando. E poi non è possibile prendere sei gol in una partita".

Quindi, passa ai consigli per gli acquisti e anche qui chiama Moratti a uno sforzo convinto, per riuscire a dettare legge anche in campo continentale. "Servono tre ritocchi - afferma -. C'è bisogno di gente di spessore che ci faccia fare il salto di qualità. Un nome? Chivu. Per me è un fenomeno". L'ultima battuta è ancora per la 'sua' Juventus, per quella che fu, quella di Moggi. "L'hanno fatto fuori perché vincevamo troppo: questione di gelosia. Quando sono arrivato all'Inter, la prima cosa che dissi a Moratti fu: 'Se vuoi cambiare mentalità devi prendere Luciano'. Per fortuna abbiamo vinto lo stesso...". Con buona pace del presidente nerazzurro, chiamato a fare la parte del rivale di sempre.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Rubentino rosicone, sfigato che non sei altro, guarda le prodezze di Ibra e tappati quel cesso!!